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Ci sono dipinti astratti che tutti conosciamo: Giallo, rosso e blu di Kandinskij è uno di questi. Lo stesso artista racconta come una notte del 1910 non riuscisse a riconoscere un suo quadro rovesciato in penombra.
Per evitare lo stesso spaesamento di fronte a una pittura astratta apparentemente irriconoscibile, ecco un memorandum di 3 tele astratte moderne non troppo note.
“Come vede il mondo un cavallo, un’aquila o un cane?” scrive Marc nel 1913. Fondatore con Kandinskij de Il Cavaliere Azzurro, il pittore sfrutta l’astrazione per recuperare il legame con la natura, concentrandosi sui quadri di animali. Per Marc il blu “severo e spirituale” è associato al maschile, mentre il giallo “gentile e sensuale” è attributo femminile, una tavolozza simbolica con cui dipinge Il destino degli animali. In questa tela, che è un’umanizzazione della natura, il trait d’union tra uomini e bestie è il dolore, come rivelano gli alberi macellati e la scritta sul resto dell’opera: “e tutti gli esseri ardono di sofferenza”.
“Tutta l’arte aspira costantemente alla condizione di musica” scriveva lo studioso Walter Pater. L’analogia simbolista tra musica pura e pittura pura è particolarmente cara all’artista ceco Kupka, come la sua tela Amorpha, Fuga in due colori testimonia. Si tratta del primo tra i quadri astratti moderni ad essere esposto pubblicamente a Parigi, al Salon d’Automne del 1912. La curiosità su questo dipinto, ispirato ai moti dei pianeti, è che l’idea dell’opera sia venuta a Kupka osservando i rimbalzi di una palla multicolore con cui giocava la sua figliastra.
A differenza di Kupka, Delaunay dichiara: “Mi spaventano la musica e il rumore”. Il principale interesse dell’artista francese è il colore, in particolare i contrasti cromatici, che creano nel quadro una profondità non prospettica, ma simultanea. Emblema della sua teoria della simultaneità, detta simultaneisme, è la tela Finestre simultanee sulla città, dove gli archi verdi della Torre Eiffel si dissolvono tra diverse cromie opache. Rinnegando l’antico paradigma quadro-finestra, Delaunay fa scomparire il medium, per favorire l’immediatezza della visione. La sua è una finestra senza tende, in cui colori e luci sono abbacinanti.
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