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Nell’ultimo ventennio, a partire dagli inizi del nuovo millennio, il giro d’affari del mercato dell’arte è praticamente raddoppiato e non accenna a rallentare la sua crescita esponenziale. Questo dato estremamente significativo basterebbe di per sé a dare credito al titolo di questo articolo: acquistare e vendere opere d’arte sta diventando sempre più (potenzialmente) redditizio. Ma, al netto degli oggettivi e meri dati numerici, cerchiamo di capire perché investire nell’arte è quasi sempre un affare.
La prima ragione di questa crescita esponenziale è essenzialmente da ricercare nel numero sempre più grande di modi in cui gli artisti emergenti possono far conoscere la loro arte e, di conseguenza, nella loro maggiore esposizione mediatica e digitale.
Il secondo motivo è da attribuire all’hype che determinati artisti oppure specifiche opere sono in grado di generare. Basti pensare ad alcune opere o geniali trovate artistiche (commerciali?) di Banksy oppure alla vendita all’asta alla cifra record di 450,3 milioni di dollari del Salvator Mundi, opera quasi certamente attribuibile a Leonardo Da vinci.
L’ultimo e probabilmente più significativo motivo è anche una delle caratteristiche principali e più interessanti dell’arte contemporanea: la sua estrema versatilità. L’arte ha superato i ristretti limiti dei mondo pittorico e di quello scultoreo, ha invaso il cinema, l’architettura, la fotografia, la danza, la musica, la letteratura e il design e ha così permeato il nostro mondo di poesia e bellezza.
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