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Oggetto delle opere di Gianni Berengo Gardin sono soprattutto immagini tratte dalla vita quotidiana, che abbiano una connotazione sociale e sappiano parlare dell’epoca a cui appartengono. Lo sguardo del fotografo non esclude, però, anche altre tematiche, come l’architettura ed il paesaggio.
Quando parliamo di fotografia in Italia non può che saltare subito alla nostra mente il nome di Gianni Berengo Gardin. Il fotografo italiano, nato a Santa Margherita Ligure ma veneziano d’adozione, ha iniziato a scattare negli anni cinquanta e, da quel momento, non ha mai smesso di narrare attraverso l’immagine la realtà circostante.
Celebre in tutto il mondo per aver documentato il passaggio della società italiana dal dopoguerra fino al giorno d’oggi, egli ha fatto del reportage il suo linguaggio artistico prediletto, costituendo un archivio di immagini enorme, preziosa memoria storica per il nostro paese.
Oggetto delle sue opere sono soprattutto immagini tratte dalla vita quotidiana, che abbiano una connotazione sociale e sappiano parlare dell’epoca a cui appartengono. Il suo sguardo non esclude, però, anche altre tematiche, come l’architettura ed il paesaggio.
Dal racconto dei manicomi in Italia negli anni ‘70 al passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia: i temi, spesso delicati, affrontati con coraggio da Berengo Gardin nei suoi innumerevoli lavori hanno un inestimabile valore in quanto specchio dell’attualità, come una finestra sul mondo che inevitabilmente evolve.
Nelle sue istantanee, vere e proprie opere d’arte contemporanea, c’è lo sguardo di un artista eclettico, apprezzato a livello internazionale e paragonato in termini di lirismo al celeberrimo Henri Cartier-Bresson . Ma a Berengo Gardin non interessa essere definito un artista, è piuttosto l’impegno civile e sociale che sta dietro alla sua opera ad avere nella sua scala di valori un posto d’eccezione.
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