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Jean Fautier nasce a Parigi nel 1898 e muore nel 1964. L’artista rappresenta uno degli esponenti principali del Tachisme e insieme a Jean Dubuffet è uno dei principali esponenti dell’arte informale.
Fautier partecipò alla 30° Esposizione Internazionale d’arte a Venezia, ma nonostante la frequentazione della Royal Academy a Londra decise presto di orientarsi verso forme espressive estreme, che prevedono la dissoluzione della forma. Un esempio della sua arte è l’inquietante serie Ostaggi, realizzata tra il 1943 e il 1945, in cui l’artista dimostra di aver messo a punto un linguaggio tragico e di grande espressività.
Nei suoi quadri il colore non è più tale, ma diventa elemento materico ricco o rarefatto a seconda dell’aggiunta di altre sostanza come colla, olio e segatura. Tra i sostenitori e gli ammiratori degli “Ostaggi” ci fu anche il poeta Giuseppe Ungaretti. L’opera “Testa d’ostaggio n.14” risale, ad esempio, al 1944 è anche se priva di riconoscibilità vuole ritrarre un partigiano morente. In questo caso la materia si fa densa e melmosa, il colore è lavorato con la spatola e presenta cretti violacei che ne interrompono la continuità.
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