L'arte su misura di Ivo Compagnoni

Ivo Compagnoni entra nel mondo della pittura alla sola età di tredici anni, dipingendo paesaggi ispirati alla campagna attraverso la tecnica ad olio per poi maturare e mutare il suo linguaggio nel tempo fino ad approdare all'astrattismo, grazie alla magistrale padronanza dell'uso del colore e del disegno. E' dalle sue radici pittoriche che è possibile comprendere l'arte di Ivo Compagnoni, perché anche nell'astrattismo non abbandona un forte senso estetico per il disegno, per la rappresentazione della natura, dell'uomo, delle sue emozioni e dei colori che appartengono alla terra che lo circonda.Una realtà e una natura che non sono definite nel segno ma che affiorano dall'accostamento dei toni sulla tela, dai disegni geometrici che si formano e dai piccoli frammenti inseriti in grado di richiamare la vita reale.L'artista poi si accosta alle grandi ricerche e Avanguardie del Novecento inserendo nelle opere materiali raccolti dalla vita dell'uomo o scritte capaci di richiamare sensazioni, ricordi o emozioni, presentando e non solamente rappresentando allo spettatore il mondo che lo circonda. L'artista rendere così viva la sua tela e porta lo sguardo dello spettatore oltre l'apparente astrattismo; la materia, l'accostamento di colori caldi e freddi e i segni graffianti si mescolano e si fondono fra loro, creando un perfetto equilibro che scuote l'animo di chi osserva questo frammento di mondo e di inaspettate sensazioni. Nel tondo creato dall'artista per la mostra presso gli Arredamenti Perego di Milano l'opera viene posizionata orizzontalmente al soffitto creando un nuovo punto di vista ma soprattutto una diversa relazione con la sua idea di astrattismo. La materia pittorica, la densità e la brillantezza dei colori si possono ammirare a pieno nella loro tridimensionalità che coinvolgono e attivano imporiovvise emozioni nello spettatore. Inoltre, di particolare rilievo è l'inserimento di oggetti veri nell'opera che sembrano così cadere verso lo spettatore, catturando il suo sguardo e amplificando al massimo questa idea di tridimensionalità e relazione/azione diretta con lo spettatore, che viene portato a toccare questi oggeti e scopire la loro forma. A cura di Alessandra Burattin.