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Osservando alcuni dipinti contemporanei ci risulta difficile credere che non si tratti di fotografie. Quando ci troviamo in una situazione simile molto probabilmente ci troviamo di fronte a quadri iperrealisti. L’iperrealismo in pittura infatti è caratterizzato dalla riproduzione minuziosa dei piccoli dettagli che si osservano nella realtà: che si tratti di un paesaggio cittadino, di ritratti o di raffigurazione di oggetti, nella pittura iperrealista nulla viene trascurato o lasciato al caso.
L'iperrealismo è una tecnica in cui ritorna la tridimensionalità delle immagini, la profondità di campo e la prospettiva. Tutto fa comprendere che non vi è più nessun filtro tra l’occhio del pittore e la realtà oggettiva. La differenza tra la pittura iperrealista e la corrente del fotorealismo (sviluppatosi intorno agli anni Settanta – Ottanta del Novecento) sta nel fatto che quest’ultimo pare da una stampa fotografica e quindi vi è un filtro tra l’occhio e la realtà rappresentato dalla lente.
Non si può negare che per le sue caratteristiche stilistiche l’iperrealismo appaia come un’evoluzione della pittura accademica. In realtà deriva dal movimento pop tendendo però ad annullare il punto di vista soggettivo dell’artista, andando contro l’io assoluto dell’espressionismo astratto. Diversamente da quanto accade in ogni tipo di pittura interpretativa, i pittori iperrealisti mostrano un senso di ammirazione e contemporaneamente disagio perché evidenziano che con la loro pittura mettono in discussione il loro stesso ruolo di artista. In questo modo il pittore iperrealista italiano non viene più inteso come essere capace di interpretare il mondo ma lo rispecchia nella sua interezza attraverso la sua opera artistica.
Questo movimento annovera tra i principali artisti i pittori Chuck Close, Richard Estes, Ralph Going e gli scultori Duane Hanson e John De Andrea. I lavori di alcuni dei principali pittori iperrealisti italiani, invece, sono visibili all'interno della nostra galleria d'arte contemporanea online.
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