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La corrente artistica dell’Iperrealismo nacque nel 1973 negli Stati Uniti e si diffuse in seguito anche in Europa. Il nome deriva dalla parola francese “Hyperréalisme” coniata dal gallerista Isy Brachot che intitolò in questo modo una mostra sui maggiori esponenti del movimento fotorealista nella sua galleria di Bruxelles.
Come nel fotorealismo, le opere della pittura iperrealista sono basate sulla riproduzione fedele di un soggetto fotografico. Infatti le fotografie vengono utilizzate per trarre tutte le informazioni necessarie alla creazione dell’opera. Questo movimento non ha mai smesso di vivere e ancora dopo quarant’anni dalla sua nascita molti quadri d’autore in vendita oggi sono quadri iperrealisti. Le immagini di queste opere stupiscono l’osservatore proprio per la vastità di soggetti rappresentati e per gli strumenti utilizzati, dalla matita al carboncino, dai dipinti ad olio fino alle sculture in silicone.
Molto spesso Fotorealismo e Iperrealismo vengono confusi. La differenza tra questi due movimenti artistici sta nel fatto che la pittura si basa sulla riproduzione di una foto offrendoci però degli sfondi, dei giochi di luce sarebbe molto difficile realizzare attraverso la fotografia. L’ artista iperrealista quindi non sempre si basa alla rappresentazione della realtà ma a volte ci offre una “falsa realtà”. Egli non affianca significati particolari alle sue opere ma elabora un’arte semplice, senza significati impliciti ma allo stesso tempo capace di sorprendere e ingannare l’osservatore. Confondere un dipinto con un’immagine vera riesce a suscitare fascino e ammirazione provocando nuove sensazioni rispetto alle correnti artistiche precedenti.
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