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L’inizio della produzione pittorica di Dario Aguzzi inizia a fianco del padre, con lo studio del “vero”. Presto si specializza e cambia i soggetti da raffigurare e le dimensioni delle sue opere.
La sua passione per la pittura nasce con il ritratto, sviluppando una visione anamorfica tridimensionale. I suoi ritratti si ispirano all’antico, ma l’artista mostra una grande capacità personale nel sintetizzare ad esso anche il moderno.
Dario Aguzzi sceglie di dipingere la Gioconda, con un omaggio agli autori del mondo classico, riproducendo il volto del soggetto raffigurato nel 500 da Leonardo. La differenza dal quadro originale consiste nel voler deformare la prospettiva al fine di restituire punti di vista mutevoli, che cambiano in base alla posizione in cui si trova l’osservatore.
L’artista fa sì che le persone che osservano il quadro è come se si trovassero attorno a una scultura e girarci attorno, questo è possibile per via della superficie bidimensionale e terza dimensione.
Aguzzi dimostra, attraverso questo dipinto, la sua capacità di sintetizzare l’antico e il moderno in un’unica visione, quella contemporanea.
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