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Enrico Baj è stato un artista le cui opere erano caratterizzate dall'utilizzo del collage e di materiali diversi. Da sempre interpretate attraverso una forte ironia, i suoi lavori si presentano con un effetto grottesco e uno sguardo divertito.
Enrico Baj nasce a Milano nel 1924 e muore a Vergiate, in provincia di Varese, nel 2003. Si tratta di uno dei più importanti artisti italiani, saggista e polemista che ha attraversato gli anni ’50 e ’60 accanto a Fontana, Manzoni, Klein senza dimenticare i rapporti internazionali con il gruppo Cobra, Duchamp, gli esponenti del Nouveau Realisme e i fautori della Patafisica.
A Milano frequenta l’Accademia di Brera per poi laurearsi in legge, mentre è del 1951 la sua prima personale nella Galleria San Fedele e la fondazione del Movimento Nucleare con Dangelo e Dova. Nel 1954 si avventura, invece, nel Mouvement Internatonal pour une Bauhaus Imaginiste con la forte critica all’arte razionalista. Il suo attacco al formalismo si concretizza nel 1957 con la redazione del manifesto Contro lo Stile.
Nel 1963 entra a far parte del Collegio Patafisico mentre Queneau lo presenta alla Biennale di Venezia del 1964. Nel 1967 realizza Cravatte di plastica e i D’après, rifacimenti ludici di Picasso in stoffa e passamanerie, mentre nel 1972 realizza I funerali dell’anarchico Pinelli, lavoro di 12 metri di lunghezza con figure ritagliate dal legno e unite con la tecnica del collage.
Oltre a questo Enrico Baj lavora sui testi di poeti e scrittori corredando i libri con stampe che comprendono i testi di Lewis Carrol, Roberto Sanesi, Umberto Eco e Alda Merini ma anche di Lucrezio e Tacito.
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