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Umberto Lilloni è uno dei maggiori esponenti del chiarismo lombardo. Da notare senza dubbio la lucentezza dei dipinti e la loro delicatezza. Opere luminose, in prevalenza paesaggi, che colpiscono per la loro bellezza. In sottofondo, una tendenza alla stilizzazione di origine orientale, in particolare con riferimento agli stilemi dell’arte giapponese, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione della vegetazione.
Lilloni Umberto, morto nel 1980 all’età di 88 anni è noto per essere stato un pittore e un docente italiano. Nato a Milano, trascorre la sua infanzia nel quartiere. In seguito il padre cerca di indirizzarlo a lavorare nel suo stabilimento ma il giovane preferisce intraprendere gli studi di ingegneria navale. Alla fine è una scelta che non durerà e che Umberto lascerà per studiare disegno, con particolare predilezione per la pittura.
Diseredato dal padre per questa decisione, il giovane talento si iscrive all’Accademia di Brera. Inizia a frequentare gli esponenti del settore e complici gli ideali socialisti, si ritrova coinvolto in tafferugli e finisce perfino in carcere. Passata la prima guerra mondiale, in cui combatte, si dedica di nuovo a Brera e alla pittura. Dapprima vicino alle idee e alle ricerche del Novecento, trova poi ispirazione in uno stile tutto suo che è rappresentato dalla pittura a fondo chiaro. Ha poi insegnato all’Accademia di Brera e per circa vent’anni, fino al 1962, è titolare di cattedra presso l’Accademia di Belle Arti di Parma. Infine, negli anni Settanta si traferisce in Svizzera, dove morirà circa venti anni dopo.
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