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Armonia. È questa la prima impressione che si prova di fronte alle sculture di Véronique Massenet, ai loro ritmi fluidi e danzanti: componendosi e scomponendosi, avvicinandosi e separandosi, esse scrivono una sorta di armoniosa, vibrante partitura. Con immediata forza evocativa, esse sottendono una ben precisa filosofia della loro autrice, legata alle relazioni fra gli elementi, che non possono non farci pensare ai rapporti umani. Dal tronco può svilupparsi un'autentica teoria di combinazioni, che conducono a legami e divisioni, ad incontri e separazioni, anche ad una riunione nel nocciolo centrale dell'opera.
Véronique Massenett dà voce una narrazione del sociale utilizzando la scultura come linguaggio artistico. Nasce a Parigi e, dopo aver compiuto studi classici, si dedica all’architettura d’interni presso la prestigiosa Ecole Camondo.
Appassionata sin da giovanissima alla scultura, che ritiene immediatamente il medium più vicino alla propria sensibilità, si interessa dunque alla sperimentazione di tale declinazione artistica, frequentando ateliers de sculpture a Montmartre e corsi di disegno dal vivo, presso l’accademia di Belle Arti della capitale francese.
Siamo negli anni ‘60 quando Veronique decide di cambiare vita trasferendosi in Italia, dove finalmente apre il suo atelier di scultura: ecco che la sua carriera artistica inizia a prendere il volo. Sebbene la Massenet si dedichi alla lavorazione del marmo, della pietra e del granito, è il legno la materia da lei privilegiata.
Un semplice tronco - trasformato dal suo tocco - diviene la fonte, il fulcro dell’opera, che porta allo scoperto l’anima della scultrice. Da semplice oggetto inanimato a oggetto da collezione dalle forme armoniose, denso di significato: questo cambiamento che il legno compie rappresenta infatti una metaforica rinascita, una inevitabile evoluzione che segue il ciclo della natura.
Le sue opere, benché materiche, sanno parlare del mutamento ambientale e tracciare un profilo dell’intricato universo delle relazioni esistenziali. Immagini danzanti e armoniche in un universo sospeso, come conchiglie distese tra la sabbia a cui il blu del mare fa da sfondo. Figure armoniose compongono ritmi fluidi, dalle forme cangianti, in grado di scrivere la storia, raccontando il presente e il futuro.
Véronique Massenet è nata a Parigi nel 1945 dove compie studi classici e successivamente "architettura d'interno” all'Ecole Camondo.
Nello stesso tempo s'interessa alla scultura, e la sua formazione è personale eccettuando un corso serale di "modelage” in un atelier di Montmartre e sedute di disegno dal vivo all’ Académie des Beaux Arts.
Nel 1967 vince il concorso "Soffitti contemporanei in basso rilievo” la cui realizzazione viene esposta al Grand Palais di Parigi.
Trasferitasi in Italia nel 1967, apre il suo primo vero atelier di scultura.
Fino al 1978, pur prediligendo già il legno, realizza anche sculture in pietra, marmo, granito, evolvendo poi verso strutture mobili ed articolate, il legno, rivelatosi più idoneo, diventa l'unico materiale che lavora, insieme al bronzo in cui vengono fusi i bozzetti preliminari all'opera lignea.
Le sculture partono da un blocco semplice: una sezione di tronco di varie misure e qualità. Il tronco, terminato il suo ciclo vegetale di cui conserva le tracce, si anima allora di una nuova vita immaginaria. Si divide in elementi strettamente accostati, con un progetto di crescita e di coesione. Gesti e attitudine permettono l'evoluzione delle relazioni nel gruppo che raggiunge nell'espandersi una nuova armonia.
Questo processo di crescita da uno stadio primitivo compatto fino allo sviluppo agognato, viene ultimamente illustrato in immagini digitali che dimostrano il "vivere insieme ” dei suddetti gruppi lignei. Tali immagini vengono stampate con inchiostri pigmentati su carta d'arte o tela. Ultimamente sono registrati con il label "Digigrafie Epson".
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